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Programmazione negoziata: in Lombardia i nuovi patti territoriali per competenze e occupazione

Valeria Chiodarelli
Programmazione negoziata: in Lombardia i nuovi patti territoriali per competenze e occupazione

I progetti per il rilancio dei territori, oltre che dai bandi di contributo, possono essere sostenuti tramite le opportunità previste dalla programmazione negoziata.

Con “programmazione negoziata” si fa riferimento ad un approccio di intervento, disciplinato dalla normativa nazionale, ripreso e declinato da quella regionale, che viene spesso attivato nel caso in cui sia necessario dare attuazione ad interventi particolarmente articolati, che interessano differenti temi, coinvolgendo più soggetti, sia pubblici che privati. 

Tra gli strumenti di programmazione negoziata sono previsti anche i Patti Territoriali, definiti dalla normativa nazionale come progetti che “coinvolgono una molteplicità di soggetti pubblici e privati ed implica decisioni istituzionali e risorse finanziarie a carico delle amministrazioni statali, regionali, e degli Enti Locali”, regolati da un accordo “relativo alla promozione di un programma di interventi caratterizzato da specifici obiettivi di promozione dello sviluppo locale”.

In Lombardia, la legge di riferimento per la programmazione negoziata è la n. 19/2019, che fissa i criteri per attivare e gestire diversi strumenti di governo del territorio necessari per dare attuazione a programmi che comportano rilevanti impatti territoriali, quali i Programmi Integrati di Intervento, gli Accordi di Programma.

In questa cornice Regione Lombardia ha recentemente attivato la promozione di nuovi Patti Territoriali, finalizzati all’accrescimento delle competenze e dell’occupazione, per creare maggiore interazione tra servizi per il lavoro, formazione e settori produttivi.

Si tratta di una declinazione innovativa di questo strumento di programmazione negoziata, abitualmente utilizzato per la realizzazione di programmi di intervento a carattere perlopiù infrastrutturale.

In questo caso, il Patto Territoriale rappresenta la cornice per la messa a sistema di soggetti e interventi, la cui finalità ultima è connessa alla dimensione dello sviluppo e ammodernamento delle competenze e delle opportunità occupazionali, più che alla rigenerazione o riqualificazione di porzioni di territorio.

L’obiettivo è, infatti, quello di anticipare le esigenze di filiere produttive, o si specifici ambiti territoriali, attivando nuove proposte di formazione e di qualificazione delle competenze, che guardino prioritariamente a studenti, disoccupati o occupati sospesi.

Per attivare il percorso negoziale, Regione Lombardia chiede che venga presentata (entro il 28 febbraio p.v.) una prima manifestazione di interesse, utile a fissare il partenariato promotore, le esigenze del contesto di intervento, le azioni e le ricadute previste, i target di riferimento.

A seguito di valutazione, le manifestazioni di interesse positivamente selezionate potranno presentare il programma di intervento di dettaglio, che sarà finanziato attraverso fondi sia regionali che della programmazione 2021/2027.  

I Patti territoriali selezionati dovranno prevedere la partecipazione di differenti soggetti, quali CCIAA, Associazioni datoriali, Enti pubblici, istituzioni scolastiche o universitarie, fondazioni bancarie, associazioni o albi professionali, reti di imprese: partenariati ampi, che potranno essere attivati in base ai temi di intervento e alle esigenze alle quali si mira a dare una risposta.

Il percorso così attivato rientra quindi nell’approccio di programmazione negoziata, in quanto mira a creare sinergie dal basso, favorendo la creazione di reti tra soggetti pubblici e privati, accomunati da un interesse specifico e in grado di riportare ampi benefici in termini di ricadute sociali ed economiche. 


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