Cos'è l’Autoconsumo Collettivo?
Con Autoconsumo Collettivo si fa riferimento alla produzione e al consumo di energia elettrica da fonti rinnovabili, non solo come singolo individuo ma come insieme di persone distinte. In questa configurazione, il consumatore (Consumer) diventa Prosumer cioè produttore e consumatore di energia allo stesso tempo: si crea così un meccanismo virtuoso, che offre una serie di vantaggi economici, energetici e ambientali.
Autoconsumo Collettivo: chi può partecipare?
Un gruppo di Autoconsumo Collettivo di energia rinnovabile deve essere composto da almeno due autoconsumatori che si trovano nello stesso
edificio (es. condominio) e che intendono produrre energia elettrica rinnovabile per il proprio fabbisogno.
Un gruppo di autoconsumo collettivo può essere quindi composto da:
- condòmini che abitano all’interno dello stesso condominio,
- persone fisiche
- aziende e/o soggetti privati che condividono uno stesso edificio
- enti pubblici
I soggetti partecipanti mantengono i loro diritti di cliente finale, compreso quello di scegliere il proprio venditore e possono recedere in ogni momento dalla configurazione.
Come funziona l'Autoconsumo Collettivo?
Il Decreto Milleproroghe e la delibera ARERA n. 318/2020/R/eel del 4 agosto 2020, seguiti dal Decreto MISE del 15 settembre 2020, hanno individuato le modalità di creazione e incentivazione dei gruppi di autoconsumo collettivo.
Come specificato dalla legge, i soggetti partecipanti condividono l’energia prodotta dagli impianti da fonte rinnovabile installati sull’edificio,
utilizzando la rete elettrica di distribuzione esistente.
Ogni utente dispone di un proprio contatore, necessario per calcolare l’energia consumata,
oltre ad un ulteriore contatore per calcolare l’energia che viene immessa in rete.
L’energia prodotta dagli impianti del gruppo di Autoconsumo
Collettivo che non viene auto-consumata in loco, verrà immessa nella rete pubblica prima di essere prelevata dagli utenti. L'impianto di produzione
di energia rinnovabile può anche essere di proprietà e/o gestito da un soggetto terzo, purché esso attui le istruzioni dell'autoconsumatore di
energia rinnovabile.
Come si costituisce un gruppo di Autoconsumo Collettivo?
Per avviare un gruppo di Autoconsumo Collettivo è importante partire con un’idea precisa di progetto, individuando un primo gruppo di soggetti
interessati all’attuazione.
L’Autoconsumo Collettivo può riguardare sia impianti di tipo condominiale (che alimentano le parti comuni) che impianti di
tipo privato (tra almeno due soggetti che abitano nello stesso edificio).
Per la costituzione del gruppo di Autoconsumo Collettivo di tipo
condominiale è necessaria la maggioranza degli intervenuti all’Assemblea condominiale, mentre per impianti di tipo privato è possibile realizzare tali
impianti sottoponendo l’iniziativa non ad un regime autorizzativo da parte dell’Assemblea, ma solo di tipo consultivo. Dal punto di vista costitutivo
si tratta quindi di un contratto di diritto privato che individua univocamente un soggetto delegato, responsabile del riparto dell'energia condivisa.
Autoconsumo collettivo e Comunità energetica:
quali sono le differenze?
L’Autoconsumo Collettivo si attua all’interno di uno stesso edificio dotato di impianti da fonte rinnovabile: l’energia prodotta viene quindi condivisa solo nel luogo specifico dove viene generata. Il condominio è un tipico esempio di attuazione dell’Autoconsumo Collettivo.
Le Comunità Energetiche Rinnovabili, invece, riuniscono più soggetti che producono e consumano energia grazie a impianti siti all’interno dell’area di riferimento della medesima cabina primaria, ma che non sono per forza installati nello stesso edificio: si tratta quindi di Autoconsumo Virtuale
Quali sono i benefici dell’Autoconsumo Collettivo?
Gli impianti del gruppo di Autoconsumo Collettivo consentono la produzione autonoma e locale (quindi a km 0) di energia da fonti rinnovabili.
Riducono l’emissione di CO2 ed evitano sprechi di energia, dovuti alle perdite della distribuzione.
Ogni membro del gruppo di Autoconsumo Collettivo continua a pagare la bolletta al proprio fornitore di energia elettrica, ma riceve periodicamente incentivi statali dal Gestore Servizi Energetici (GSE), ammortizzando rapidamente i costi sostenuti per l’impianto. I contributi economici spettanti sono riconosciuti per ciascun impianto di produzione per la durata di 20 anni.
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- potrai riutilizzare per la manutenzione e gestione dell’impianto;
- per ottenere ulteriori vantaggi per la componente energia.
*Guadagno generato dal valore dell’energia prodotta dall’impianto e dai premi del GSE per l’energia condivisa.
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