È arrivato il momento di far decollare davvero le CER.
Con il decreto firmato il 16 maggio, il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE) introduce una serie di misure concrete per dare nuova forza alle Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) e all’autoconsumo diffuso.
Si tratta di un aggiornamento strategico al precedente decreto n. 414/2023 (CACER), pensato per rendere più semplice partecipare, più conveniente investire e più veloce agire.
Non solo regole aggiornate, ma una vera apertura al cambiamento: più Comuni coinvolti, più risorse disponibili, meno burocrazia.
Che tu sia un cittadino, un’impresa o un’amministrazione locale, oggi è il momento giusto per entrare nella transizione energetica da protagonista.
Gli obiettivi principali del nuovo decreto
Il nuovo decreto varato dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica ha infatti l’obiettivo di rilanciare in modo concreto le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER), attraverso un insieme di misure pensate per sbloccare il potenziale ancora inespresso di questo strumento, finora limitato da vincoli normativi e difficoltà operative.
Le finalità principali del provvedimento sono tre:
- Ampliare la partecipazione alle CER, includendo anche i Comuni di medie dimensioni;
- Semplificare le procedure e ridurre i tempi di attuazione dei progetti;
- Rendere i contributi economici più accessibili e sostenibili, favorendo l’avvio e la realizzazione degli impianti.
Secondo quanto dichiarato dal Ministro Gilberto Pichetto Fratin, le Comunità Energetiche rappresentano uno degli ingranaggi fondamentali della transizione energetica del Paese.
Il decreto non si limita a un aggiornamento tecnico, ma si configura come un vero e proprio strumento strategico per:
- Rafforzare l’autonomia energetica dei territori;
- Contribuire al raggiungimento degli obiettivi climatici nazionali ed europei;
- Promuovere un modello partecipativo, locale e condiviso di produzione e consumo dell’energia.
Queste nuove regole segnano un punto di svolta: l’energia rinnovabile diventa finalmente più vicina ai cittadini e ai territori. Scopriamo insieme come funziona e cosa puoi aspettarti.
Più Comuni coinvolti: la soglia sale a 50.000 abitanti
Una delle novità più significative del nuovo decreto riguarda l’ampliamento della platea dei Comuni che possono accedere ai contributi a fondo perduto finanziati dal PNRR.
- Prima: i benefici erano riservati solo ai Comuni con meno di 5.000 abitanti.
- Ora: anche i Comuni fino a 50.000 abitanti possono partecipare.
Questo cambiamento permette a molte realtà urbane di medie dimensioni di prendere parte attiva alla transizione energetica, accedendo a un contributo fino al 40% dei costi ammissibili per la realizzazione di impianti condivisi da fonti rinnovabili.
Una scelta strategica che amplia enormemente l’impatto e la diffusione delle Comunità Energetiche Rinnovabili sul territorio nazionale.
Scadenze più flessibili per la realizzazione degli impianti
Per facilitare la realizzazione dei progetti, il decreto introduce tempistiche più elastiche rispetto al passato.
Nello specifico:
- I lavori di realizzazione degli impianti dovranno essere completati entro il 30 giugno 2026
- Gli impianti dovranno entrare in esercizio entro 24 mesi dalla fine dei lavori e comunque non oltre il 31 dicembre 2027
Questo approccio offre ai soggetti attuatori maggiore margine operativo e sicurezza nella pianificazione, evitando che piccoli ritardi compromettano l’accesso agli incentivi.
Contributi più accessibili: anticipo fino al 30%
Per agevolare l’attuazione delle Comunità Energetiche Rinnovabili, il nuovo decreto introduce scadenze più flessibili, rispondendo a una delle principali esigenze emerse nelle fasi di avvio dei progetti.
In particolare:
- I lavori di realizzazione degli impianti dovranno essere completati entro il 30 giugno 2026;
- Gli impianti dovranno entrare in esercizio entro 24 mesi dalla fine dei lavori, e comunque non oltre il 31 dicembre 2027.
Questa nuova impostazione garantisce ai soggetti attuatori più margine operativo e maggiore certezza nella pianificazione, riducendo il rischio che eventuali ritardi tecnici o amministrativi compromettano l’accesso ai contributi previsti.
Tuttavia, resta fondamentale sottoscrivere il contratto: in caso contrario, il contributo potrà essere revocato.
Le nuove regole valgono anche per le domande già presentate
A rendere il decreto ancora più efficace è la sua applicabilità retroattiva.
Le nuove disposizioni saranno valide anche per i progetti già presentati in precedenza, secondo modalità che verranno chiarite nelle regole operative del GSE, attese entro pochi giorni dall’entrata in vigore del provvedimento.
Questo significa che anche chi ha già avviato un percorso potrà beneficiare delle nuove condizioni più vantaggiose.
Riepilogo: cosa cambia in concreto?
Il nuovo decreto semplifica, amplia e potenzia il funzionamento delle Comunità Energetiche Rinnovabili. Ecco, in sintesi, le principali novità introdotte e cosa significano nella pratica per Comuni, cittadini e imprese che vogliono partecipare alla transizione energetica:
Novità: Cosa significa
Platea estesa Anche Comuni fino a 50.000 abitanti
Fondo perduto Fino al 40% dei costi ammissibili
Anticipo contributi Fino al 30% subito disponibile
Scadenze più flessibili Più tempo per concludere i lavori e attivare l’impianto
Regole retroattive Valide anche per domande già inviate
Cumulabilità Possibile cumulare con altri incentivi pubblici
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